mercoledì 21 ottobre 2015

02.02 Dispendiosità nella poesia


C’era una volta un bravo omino
che aveva tre soldi, tre soldi e un soldino
e faceva i suoi conti così:

‘Due di pane, due di vino…
E la cicoria? E il fagiolino?
Su, proviamo a contare così:

due di pane e d’insalata,
due di vino… E la frittata?
Su, proviamo a contare così:

due per mangiare, due per bere…
E i bambini staranno a vedere?
Su, proviamo a contare così:

due per me, due per i figli…
E l’affitto, dove lo piglio?
Su, proviamo a contare così:

due per l’affitto, e bastano appena,
uno per il pranzo, uno per la cena…
E per le tasse? Proviamo così:

tre per loro, uno per noi…
Per oggi pazienza. E domani, poi?
Non va bene nemmeno così…’

Conta e riconta il bravo omino
i suoi tre soldi e il suo soldino,
li conta di qui, li conta di lì,

li volta in su, li volta in giù,
son sempre quattro, non uno di più…
E la benzina? E la tv?

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